Lo Jigen di Satsuma
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LO JIGEN-RYU DI SATSUMA
Poche sono le scuole di combattimento con la spada più strettamente associate al loro territorio dello Jigen-ryu della provincia di Satsuma (l'odierna Prefettura di Kagoshima). Kagoshima era la sede della famiglia Shimazu di Satsuma, all'estremità meridionale del Giappone nel Kyushu. Durante tutto il periodo delle guerre civili 1467-1477), grazie anche alla sua posizione geografica, la famiglia Shimazu ha mantenuto un grado sorprendente di indipendenza per diventare poi il grande sopravvissuto del Giappone medievale. Quando nel 1587 vennero sconfitti da Toyotomi Hideyoshi (come parte del suo programma per la riunificazione del Giappone) furono in grado di negoziare un accordo in base al quale poterono continuare a governare a Satsuma per conto dello stesso Hideyoshi; sono pertanto rimasti come daimyo anziché essere trasferiti in un nuovo territorio come è successo con la maggior parte degli altri signori feudali. Il rispetto accordatogli dai vincitori derivava in parte dalla necessità pratica di governare un territorio remoto, ma anche dalla lunga serie di operazioni militari di successo che gli Shimazu avevano condotto, e che al tempo dell'intervento di Hideyoshi li avevano resi padroni di quasi tutto il Kyushu. Il segreto del loro successo era in gran parte dovuto alla loro abilità con la spada, allora sotto il controllo della scuola Taisha-ryu.
La scuola Jigen-ryu, che avrebbe poi sostituito il Taisha-ryu, era stata fondata da un samurai di Satsuma chiamato Togo Shigekata. Questi si era allenato nel Taisha-ryu dall'età di sette anni; all'età di 13 anni aveve sedato una rissa munito di un solo pugnale ed all'età di 18 anni venne impegnato nella sua prima battaglia (il massacro al Mimigawa nel 1578, quando gli Shimazu neutralizzarono il potere dei loro rivali Otomo lasciando migliaia di guerrieri nemici morti lungo la riva del fiume). A 20 anni Shigekata fu iniziato ai segreti dell’arte gelosamente custoditi del Taisha-ryu, ricevendo successivamente il Menkyo Kaiden (il tutto documentato dall'allora Sensei Higashi Shinnojo). Tutte le scuole di spada affermavano di possedere le proprie tradizioni specifiche e segrete, note solo a pochissime persone, le quali ne hanno mantenuto il monopolio e le conoscenze segrete; Yagyu Munenori - erede dello Yagyu Shinkage-ryu - nella sua prefazione nell’Heiho Kaidensho lo espresse nel modo seguente:
il contenuto di quei volumi deve non essere rilasciato al di fuori di questa famiglia; tuttavia, questo non significa che la nostra Via debba essere completamente nascosta. Per trattenere l’abilità e le teorie prescritte nel nostro Ryu significa preservare la purezza della nostra tradizione, e trasmetterli agli studenti che sono veramente qualificati. Se questi non vengono mai trasmessi ad altri, allora è come se non avessi mai scritto.
In questo trattato Munenori usa le parole ie (famiglia) e Ryu (Scuola) in modo intercambiabile, in una forma che implica che egli vedeva i propri studenti come suoi figli; ed in questo sistema di famiglia allargata i figli maggiori hanno necessariamente la precedenza sull'eredità. Sebbene Munenori aveva ereditato da suo padre la leadership dell'Edo Yagyu Shinkage-ryu da suo padre Muneyoshi, egli ha poi esplicitamente sottolineato che il successore della Scuola era richiesto essere lo studente più qualificato:
Il primo volume di questo libro è stato chiamato Shinrikyo, e delineato l'intero contenuto che è stato trasmesso direttamente al mio padre defunto dal suo fondatore Kamiizumi Nobutsuna. L'arte della spada di Nobutsuna è stato compilato in un volume da conservare, trasmettendolo allo studente che ha cercato di raggiungere il livello più alto.
Avendo ricevuto il Menkyo Kaiden dal Taisha-ryu, Togo Shigekata divenne molto apprezzato all'interno del dominio Satsuma e sarebbe diventato il prossimo Maestro se la tragedia non avesse colpito gli Shimazu costretti, nel 1587, a negoziare la resa a Hideyoshi. Nonostante totalmente sopraffatti da un imponente esercito, sostenuto da navi da guerra e armi da fuoco, la sconfitta fu considerata dagli Shimazu come un duro colpo per la loro tanto decantata abilità nell'arte della spada; un evento che Sensei Higashi Shinnojo che considerò come un fallimento personale. L'anno successivo Shimazu Yoshihisa (1533 - 1611), l'ormai pensionato daimyo di Satsuma, si recò a Kyoto per ratificare la sua lealtà a Hideyoshi, e Togo Shigekata andò con lui come suo assistente. Nella capitale migliorò la sua conoscenza del combattimento con la spada, parallelamente alle altre sue altre grandi passioni: la laccatura e l’oreficeria. Shigekata fece la conoscenza del sacerdote Soto Zen Zenkitsu (1567 - 94), maestro di spada del Jigen-ryu, il quale sottolineava la necessità della meditazione Zen come parte integrante delle abilità per uno spadaccino. (*) Sotto gli insegnamenti di Zenkitsu fiorì come allievo; ciò aggiunse una dimensione completamente nuova all'apprezzamento di Shigekata per l'arte del combattimento. Ansioso di dimostrare il valore dell’insegnamento appena acquisito, ne ebbe occasione nel 1601, quando Il nipote di Yoshihisa Iehisa (1576 - 1638) successe al padre Shimazu Yoshihiro come daimyo a Kagoshima. Ritornato nel Kyushu seguirono tre anni di dura pratica e di studio dove l'elemento più importante del suo regime fisico era la sua versione di Suburi. La versione Jigen-ryu era conosciuta come tategi-uchi, e consisteva nel colpire ripetutamente con una spada di legno un palo (sempre di legno) posto verticalmente (tategi). (pratica tutt’ora in uso all’interno del moderno Jigen-ryu). Il palo (solitamente in legno di quercia o castagno) era eretto a circa 2 m al di sopra del pavimento e lo spadaccino, armato di una rozza versione di un bokuto, assumeva la caratteristica postura di combattimento della scuola tombo no kamae (posizione della libellula) a 5 - 6 m dal palo. Dopo una lunga e forte esclamazione di Kiai si avvicinava al palo e cominciava a colpirlo ripetutamente. La chiave di questa pratica era espressa nella frase "Asa ni sanzen, yu nihassen” (Tremila al mattino e 8.000 la sera), indicando l'enorme numero di ripetizioni di colpi richiesti. Sembra che Shigekata affinò la sua tecnica esercitandosi sugli alberi di cachi che crescevano all'interno dei terreni della villa degli Shimazu… finché non ne rimase nessuno. L’uso del Kiai lo aiutò nell'impresa e Togo Shigenori - Sensei di 12a generazione del Jigen-ryu – ne ha spiegato lo scopo come segue:
Nella mia scuola eseguiamo un Kiai forte e sostenuto con l'urlo di "Ei!" È solo quando espiriamo che prestiamo attenzione a usare con attenzione la nostra forza. Secondo la nostra tradizione l'impiego del Kiai domina l'avversario, esalta la nostra forza e permette di colpire forte. In periodi precedenti l'uso del Kiai a volte è andato troppo oltre, ed i praticanti hanno danneggiato le loro gole, sputando persino sangue.
Shigekata aveva affrontato lo studio dei rotoli scritti presentatigli dal monaco Zenkitsu con uno sforzo di comprensione e di applicazione; questo lo aveva portato allo studio del buddismo esoterico, in particolare quello della setta Shingon, in cui la contemplativa meditazione sull'espressione di una singola sillaba forniva un parallelo religioso al Kiai esplosivo. Anche se l'entusiasta Togo Shigekata aveva portato da Kyoto una nuova e promettente scuola di scherma sotto Higashi Shinnojo il Taisha-ryu era ancora la Scuola ufficiale del clan Satsuma. Dopo la sconfitta del clan Shimazu si percepì però sempre di più la necessità di sostituire gli insegnamenti del Taisha-ryu. Gli Shimazu erano tradizionalmente molto conservatori ma il nuovo daimyo (Iehisa), che aveva speso molto tempo a Kyoto, tendendeva a favorire lo stile Jigen-ryu al di sopra del Taisha ryu. A tal proposito nel 1604 ordinò quindi un taryu jiai (gara fra le Scuole) tra le due tradizioni. Shigekata avrebbe combattuto per il Jigen-ryu mentre Higashi Shinnojo avrebbe rappresentato il vecchio Taisha-ryu, rendendo così il concorso un’occasione profondamente significativa per entrambe le parti. Il duro lavoro di Shigekata diede i suoi frutti ed egli vinse, rendendo così lo Jigen-ryu Scuola ufficiale per il Daimyo di Shimazu. Ciò che Shigekata fece fu quindi di istituire un sottile cambiamento di nome, per cui la lettura dei caratteri cinesi originali ji gen (scoperta di sé) fu sostituita da altri caratteri che rappresentavano lo stesso suono ma con un significato diverso, ovvero “manifestazione”. Ciò derivava da un'espressione di un sutra buddista relativo alla manifestazione sulla terra di una miracolosa potenza divina. La stretta associazione dello Jigen-ryu con Satsuma lo portò a diventare uno dei combattimenti con la spada più attendibilmente documentati nelle Scuole in Giappone. Dalla sua letteratura scopriamo che lo Jigen-ryu ne sottolineava i punti, o principi chiave:
"Una spada non dovrebbe essere estratta dal suo fodero a meno che non sia per attaccare".
Questo principio esprimeva i valori gemelli di comportamento non aggressivo e di distacco zen dal mondo. Lo shogun Tokugawa Ieyasu una volta fece un esempio simile quando commentò: "l'uso corretto di una spada è che avrebbe sottomesso i barbari mentre giaceva luccicante nel suo fodero, se esce dal suo fodero non si può dire che sia stata usata correttamente”. Nello Jigen-ryu l'aneddoto usato per illustrare questo punto riguarda uno spadaccino che, avendo chiesto al suo maestro come avrebbe potuto vincere uno scontro con la spada, ricevette la risposta che avrebbe vinto se non avesse estratto la spada stessa. Questa risposta ha lasciato perplesso l'allievo fino a quando un giorno, improvvisamente attaccato da un nemico, sguainò la spada inconsciamente; quando tornò in sé il nemico giaceva morto. La vittoria fu attribuita al fatto che a causa della sua formazione egli fosse sempre "vigile" e pronto a combattere anche senza esserne conscio ma, allo stesso tempo, senza cercare mai di iniziare attivamente e volontariamente una rissa.
“Non dubitare del tuo primo colpo, il secondo colpo non vince mai.”
Questo principio contrasta con il combattimento con la spada in battaglia, o in uno sport come il kendo. Nello sport si possono guadagnare punti ma nel combattimento con la spada tutto ciò che conta è il primo punto segnato, cioè la morte del proprio nemico. Ciò sottolinea ulteriormente l'enfasi implicita dal principio: ovvero che il primo colpo dovrebbe essere sufficiente e mortale, e che tutta l’energia dovrebbe essere concentrata in esso senza “deviazioni” mentali.
“La spada è il mezzo per distruggere il tuo nemico, non un mezzo di difesa”.
Questo principio indica quanto completamente lo Jigen-ryu si fosse sbarazzato della nozione della spada come “scudo”, per cui se il primo colpo veniva portato dal proprio avversario questo poteva essere contrastato, per poi ricevere però di rimando una nuova risposta mortale. Invece il solo, unico, potente e devastante primo colpo rappresenta tutto. Questo rappresenta la realizzazione finale del potere della spada.
“Non esercitarti mai in pubblico”.
La tecnica dello Jigen-ryu era segreta. Il praticante dovrebbe essere orgoglioso ma mai presuntuoso. L'esposizione pubblica riduce l'arte a baraccone itinerante, inoltre solo la pratica fa lo spadaccino forte in quanto deve concentrarsi totalmente su ciò che sta facendo. C'è non c'è quindi posto per gesti teatrali e vuoti.
A questi principi, che distinguono lo Jigen-ryu dal suo contemporanei, possono essere aggiunte alcune altre caratteristiche che lo differenziano dalle altre Scuole: per prima cosa lo spadaccino Jigen-ryu si esercitava con i vestiti di tutti i giorni ed a piedi nudi su un pavimento di terra battuta piuttosto che su pavimenti in legno o tatami, in secondo luogo nell’etichetta tradizionale si faceva a meno di inchinarsi al proprio avversario; l'unico inchino di rispetto veniva dato solamente alla sala della pratica entrando, e uscendovi.
Ryushin Shouchi Ryu
Ryushin Shouchi Ryu è un ramo della tradizione del Tenshinsho Jigen Ryu, fondato da Tose Yosazaemon Osamune intorno all'era Eiroku (1558-1570) e specializzato in iaijutsu e kenjutsu. Secondo la tradizione il Tenshinsho Jigen Ryu sarebbe rimasto un segreto ben custodito attraverso le linee Jigen Ryu e Yakumaru Jigen Ryu, e tramandato attraverso una serie di dai (una linea di Soke non legati dal sangue) per quasi 400 anni. Il Tenshinsho Jigen Ryu vide una rinascita sotto il 27° Soke, Ueno Yasuyuki Genshin (1913-1972), quando iniziò ad insegnarlo ad Asakusa. Fu in questo periodo che Kawabata Terutaka (nato il 12 luglio 1940) iniziò il suo addestramento nell'arte della spada al Sogo Budo Shobukan, fondato nel 1963 da suo padre sotto la guida di Ueno Yasuyuki Genshin. Dopo la morte di Ueno, Kawabata avrebbe continuato la sua formazione e alla fine avrebbe fondato il Seiseikan ad Akabane (Tokyo), dove nel 2006 fondò il Ryushin Jigen Ryu.
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Terasaka Yakuro Masatsune (1567-1594) fu uno studente diretto di Kaneko Shinkuro Morisada (**), il secondo Soke del Tenshinsho Jigen Ryu. Terasaka è meglio conosciuto con il suo nome di dharma buddista-Zenkitsu (ZEN吉, leggi anche Zenkichi); era il capo sacerdote del tempio buddista Tenneiji della scuola Soto Zen non lontano da Kuramadra vicino a Kyoto. Masatsune fu presentato a Kaneko all'età di 13 anni, per iniziare i suoi studi di scherma con lo scopo di vendicare la morte del padre. All'età di 17 anni Terasaka aveva imparato il Tenshinsho Jigen Ryu, ed a 19 anni vendicò la morte del padre. Poco dopo si trasferì a Kyoto per diventare monaco al Tempio Tenneiji della scuola Soto Zen dove assunse il nome del dharma buddista Zenkitsu. Zenkitsu in seguito succedette a Kaneko nel diventare il terzo Soke del Tenshinsho Jigen Ryu. Il suo miglior allievo fu un samurai del dominio di Satsuma, Togo Shigekata, al quale insegnò tra il 1588 ed il 1589; questi unì successivamente lo stile appreso con il Taisha Ryu (che aveva appreso in precedenza dal fondatore, Marume Kurandonosuke Tessai) creando così lo Jigen Ryu. Zenkitsu morì nel 1594 circa.
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(**)
Kaneko Shinkuro Morisada (c. 1520- c. 1585) fu uno studente diretto di Tose Yosazaemon Osamune (***), il fondatore del Tenshinsho Jigen Ryu. Kaneko successe poi a Osamune nel diventare il secondo Soke del Tenshinsho Jigen Ryu. Il suo miglior allievo fu un guerriero di nome Terasaka Yakuro Masatsune, che in seguito divenne il monaco Zenkitsu. Lo studente di Kaneko, Terasaka Yakuro Masatsune (Zenkitsu), divenne il suo successore come terzo Soke del Tenshinsho Jigen Ryu. Kaneko morì nel 1585 circa.
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(***)
Tose Yosazaemon Osamune era un samurai proprietario terriero che nacque intorno al 1540 nella provincia di Hitachi (l'attuale prefettura di Ibaraki). Poco più che ventenne, cercando di migliorare le sue abilità di spadaccino, viaggiò al tempio di Katori (situato nella prefettura di Chiba) per studiare sotto Iizasa Wakasa no Kami Morinobu, il terzo Soke del Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu, e dopo cinque anni di addestramento ne ricevette il Menkyo Kaiden. Dopo aver completato i suoi studi sotto la tutela di Iizasa Wakasa no Kami Morinobu, Osamune continuò il suo addestramento di spadaccino presso il Santuario di Kashima (situato nella prefettura di Ibaraki). Fu in questo periodo che Osamune subì un’illuminazione spirituale e ricevette, tramite un oracolo, un catalogo di tecniche marziali su ispirazione divina di Takemikazuchi (il dio a cui è dedicato il santuario), ricevendo una visione della tecnica così rapida che con essa poteva tagliare una rondine al volo. Creò quindi il Tenshinsho Jigen Ryu, attingendo il “Tenshinsho” (vera e corretta trasmissione dalla divinità del Santuario di Katori - Futsunushi) dal Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu, ed aggiungendovi il termine indicante “rivelazione del proprio potere” che gli si era manifestato con l’illuminazione al Santuario di Kashima – ovvero Jigen. Sebbene il Menkyo Kaiden di Osamune del Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu includesse lo studio in una più varietà di armi il Tenshinsho Jigen Ryu è specializzato principalmente nell'arte della spada. Lo studente di Osamune, Kaneko Shinkuro Morisada, divenne il suo successore come secondo Soke del Tenshinsho Jigen Ryu. Osamune morì nel 1600 circa.