L'uso delle armi in aikido
L’IMPORTANZA dell’utilizzo delle armi in aikido
Parte della pratica dell’aikido è dedicata all'addestramento con il jo, il tanto ed il bokken; le tre forme armate utilizzate nell’aikido. Ci sono svariati motivi che sottolineano l’importanza dell’addestramento con le armi nell’aikido.
1) molti movimenti di aikido sono derivati dalle arti classiche delle armi e tutti gli attacchi dell’aikido sono ad esempio derivati dai colpi della spada o di lancia; a causa di ciò potrebbe però sembrare ad una prima sfuggente vista che gli atemi in aikido appaiano inefficienti e/o mancanti nella velocità e della potenza che ci si aspetterebbe, sopratutto se abituati a pensarli o a raffrontarli mentalmente a quelli applicati in altre arti marziali, quali ad esempio il karate … nulla di più sbagliato.
2) l'addestramento delle armi è utile per imparare un adeguato ma ai, un kamae, un’awase, uno shisei …. Muoversi all’interno e dall’esterno dalla gamma dei movimenti di un’arma promuove un senso intuitivo della distanza e dello spazio (la distanza nelle arti marziali è un concetto spazio - temporale già affrontato).
Se ora prendiamo in considerazione lo studio con le armi potremmo esemplificare il concetto introducendo una brevissima spiegazione dei diversi tipi di ma – ai:
- TO MA: rappresenta la distanza grande che, marzialmente parlando, rappresenta la lunghezza di tre tatami;
- NAKA MA: rappresenta la distanza media
- CHIKA MA: rappresenta la distanza di ingaggio (dall’ingaggio circa 1,5 mt. indietro) - in cui tutto diviene possibile;
- UCHI MA o KIRI MA: rappresenta la distanza corta d’ingaggio (dall’ingaggio in avanti) - redibitoria.
Nello studio del Kiri Otoshi ad esempio possiamo trovare tre situazioni:
- AWASE (determinato nella distanza CHIKA MA), nel quale l’attacco di UKE DACHI (Uke in aikido) è annichilita dalla capacità di UCHI DACHI (Tori in aikido) di armonizzarsi con il movimento di UKE DACHI; egli non è sorpreso dall’attacco perché ha del margine – yoyu.
- AI UCHI rappresenta la situazione in cui i due avversari si uccidono vicendevolmente
- KIRI OTOSHI significa approssimativamente “lasciar cedere il taglio” presuppone che UCHI DACHI padroneggi AWASE perché deve agire nel suo spazio-tempo; probabilmente il culmine e l’essenza dell’arte marziale
3) molte tecniche avanzate di aikido coinvolgono le difese contro un attacco armato e per potersi accertare che tali tecniche possano venir esercitate in sicurezza e con proficuità è altresì importante sapere attaccare correttamente;
4) tutti i principi fondamentali dei movimenti e delle tecniche di aikido possono essere dimostrati proficuamente tramite l'uso delle armi;
5) addestrare nei kata ed all’uso delle armi è un modo per facilitare la comprensione dei principi generali dei movimenti dell’Arte;
6) l'addestramento delle armi può aggiungere un elemento di intensità e di precisione alla pratica dell’aikido, in particolar modo nelle tecniche nelle quali ci troviamo a dover fronteggiare una situazione di attacco armato.
7) l’addestramento con le armi fornisce un'occasione per sviluppare un modello di reazione e di sensibilità ai movimenti ed alle azioni all'interno di una disposizione che è solitamente strutturata. Errare un movimento, un ma ai, un irimi, un awase durante la pratica con le armi non permette quasi mai di “recuperare” come potremmo riuscire a fare, con un po’ di esperienza, nella pratica a mani nude; ogni piccolo errore con le armi viene pagato in modo molto salato.
L’addestramento con le armi è pertanto un metodo estremamente efficace ed interessante per assimilare i principi che governano le linee dell'attacco e della difesa; tutte le tecniche di aikido hanno inizio infatti con un movimento di elusione che muove fuori della linea dell'attacco il quale, a sua volta, rigenera una nuova linea di attacco per la successiva applicazione. Nello studio della spada e del suo impiego si apprende a controllare e padroneggiare il kensen - ovvero la linea che il kissaki (la punta della spada) disegna in ciascun taglio - disegnare idealmente quella linea con il nostro occhio ci permetterà di distinguere la forma all'interno di ogni tecnica permettendo l’indirizzamento preciso dell'energia del nostro movimento in quello del nostro attaccante (il movimento di taglio rappresenta infatti un movimento di estensione nel quale la punta della spada è unificata con il centro del corpo), se si acquisisce una certa sicurezza dei movimenti di taglio si è già provveduto a realizzare parte dell'unificazione corpo-mente. La spada taglia a causa del peso proprio e dal moto cinetico impresso: peso proprio, cinetica, dinamica e movimento del corpo vanno a guidare la sua relativa traiettoria; la rotazione delle anche ed il sottile collegamento fra il centro e la punta della spada generano l'alimentazione e la velocità necessarie senza la richiesta di ulteriore sforzo. Ogni movimento in aikido eseguito correttamente rappresenta un movimento di taglio, ed è proprio su questo punto che si ritrova una delle differenze principali fra l’aikido ed altre scuole marziali: tecniche di ikkyo, nikkyo, sankyo e yonkyo, per esempio, sono effettuate mediante un movimento-taglio di estensione-espansione piuttosto che mediante l’applicazione della forza fisica e della contrazione muscolare. O-Sensei ha considerato la pratica con le armi come parte essenziale del suo insegnamento così come del proprio addestramento ed ha utilizzato costantemente le armi per dimostrarne i principi. Fondendo pertanto lo studio dell’aikido con quello delle armi possiamo scoprire l'antagonismo complementare di flessibilità e precisione; acquisire la conoscenza di questo kamae mentale permette di mantenere una messa a fuoco sulla realtà di una situazione marziale ed allo stesso tempo permette di rimanere flessibili e distesi anche se…. estesi. Unificare questi opposti è scoprire il principio di yin e yang come una sola essenza, irimi-tenkan come un solo movimento e l’unificazione di tutti gli opposti in un genere dinamico, non basta però soltanto ripetere i movimenti della spada come fossero forme fisse senza comprendere e studiare la loro strategia; è necessario utilizzare l'addestramento delle forme armate così come quelle a mani nude come parti di un tutto, in un’unica continua ricerca ed analisi. Per utilizzare correttamente il bokken il praticante deve saper guardare dentro di sé, percependo la sua arma come il naturale prolungamento osseo, muscolare, legamentoso e tendineo del proprio corpo; i principi che animano questo studio impongono durante la pratica il corretto profilo e tempo tecnico abbinati ad un adeguato atteggiamento mentale; non si contrasta l’attacco ma ci si volge direttamente al suo centro, nel vuoto che l’attacco stesso ha creato .
Ed è questo vuoto il reale obiettivo del bokken, simulacro della più famosa katana.