Tameshigiri
Il tameshigiri è la prova di taglio di un Nihon-to – la spada giapponese più conosciuta con il nome di Katana.
Al giorno d’oggi questa prova è eseguita su una stuoia in paglia arrotolata ed imbevuta d'acqua oppure su un bambù (oppure un fascio di bambù) legati tra loro; nel medioevo giapponese le necessarie prove di taglio per collaudare le lame venivano sovente eseguite anche utilizzando come test i cadaveri oppure, per chi poteva permetterselo economicamente, su prigionieri oppure sui condannati a morte: i tameshimono - letteralmente “oggetti da taglio”.
Il tameshigiri è di notevole impegno ed utilità per chiunque pratichi Kenjutsu o Batto-do ma la sua pratica dovrà essere condotta sempre con estrema attenzione; ci sono infatti alcuni potenziali rischi associati e per questa ragione la prova deve sempre essere supervisionata da qualcuno che abbia familiarità con la sua esecuzione. Le stuoie verranno immerse in acqua alcune ore prima del taglio (teoricamente meglio se superiori a 12), arrotolate strettamente secondo una procedura ed un metodo ben precisi e fissate con dello spago dopodichè, per eliminare l'acqua in eccesso, sarà sufficiente lasciarle scolare per alcune ore. Un’errata procedura di imbibizione potrebbe lasciarle troppo rigide per la prova vanificando il risultato ed esponendo perfino il praticante a potenziali incidenti.
Un tatami-maki opportunamente preparato simula la forma e la resistenza di un arto umano, il sostegno che lo supporta – di qualsiasi tipo esso sia – dovrà essere solido ed avere una base stabile; il rotolo di tatami inzuppato verrà quindi fissato saldamente al supporto e sarà pronto per la prova. Prima di eseguire il tameshigiri è necessario valutare l'idoneità della spada, e se si usa una lama vecchia la cui storia non è conosciuta bisognerebbe prima farla controllare da un esperto in grado di rilevare lo stato; se viene rilevata sul metallo una piegatura, una crepa o qualche altro danno, la lama dovrebbe essere sottoposta ad un ulteriore attentissimo esame per evidenziare eventuali altri fattori compromissori della integrità strutturale della spada. Per questo motivo non bisogna mai effettuare tameshigiri con una spada che non sia stata preventivamente controllata e valutata da una persona sufficientemente esperta. Prima della prova, oltre ad ispezionare la struttura della lama, sarà anche necessario verificare il filo del tagliente e nel caso si riscontri che la lama può non essere in grado di eseguire un taglio bisognerà opportunamente affilarla. Prima del taglio devono essere altresì controllati anche i mekugi – ovvero i piccoli perni che bloccano la tsuka al nakago (codolo della lama) – per rilevare eventuali rotture o crepe e verificare che siano saldamente fissati; se i mekugi si sfilano facilmente o se mostrano segni di danneggiamento devono essere preventivamente sostituiti e nuovamente controllati dopo ogni prova di taglio.
Il tameshigiri dovrebbe essere effettuato preferibilmente all'aperto in una superficie libera da ingombri, se ciò non fosse possibile può essere eseguito all'interno del Dojo ma prestando particolare attenzione al Reishiki (etichetta) e con il massimo sforzo per mantenere puro l'ambiente del Dojo stesso. Tameshigiri è infatti la simulazione dell'assassinio di un altro essere umano e questo dovrebbe generare un potenziale di “amarezza spirituale”. Ai partecipanti dovrà essere ricordato di prendere parte alla pratica con la massima serietà, adottando un’estrema attenzione e tutte le necessarie precauzioni; prima di eseguire l’esercizio bisognerà focalizzare l'attenzione sul tipo di taglio da eseguire il quale dovrà essere completato con lo Zanshin (significante letteralmente: “lasciare lo spirito” (kokoro no wokosu). Questo termine è spesso tradotto in maniera limitata e riduttiva semplicemente come “vigilanza” ma la sua idea va al di là di questo. Lo stato di consapevolezza rappresentato da un buon Zanshin dopo un'azione è quasi tangibile e lascia nell’aria qualcosa di indefinibile, si potrebbe dire che è una contemplazione retrospettiva ed immobile dell'azione appena eseguita; in maniera più generale, e senza tenere conto del suo significato letterale, questo concetto può essere definito come lo stato di consapevolezza e di vigilanza con il quale tutte le tecniche combattive devono venir realizzate; esso deve essere mantenuto interamente durante le tecniche senza indebolirsi e senza flessioni fino al saluto finale; nel caso di una serie di Kata dovrà essere presente con continuità in tutta la serie dei movimenti). Un tameshigiri correttamente eseguito è effettivamente un kata e dovrà essere quindi eseguito come tale, destinando maggiore attenzione alla sua forma e precisione piuttosto che ad una approssimata ed imprecisa potenza e con la necessaria disciplina mentale e focalizzazione dell'intento, nonché dell’attenzione; se questi elementi sono assenti non si sta praticando Budo ma si sta piuttosto permettendo a noi stessi di essere sedotti dall'improprio desiderio di gratificare l'Ego e l’autoesaltazione. Un taglio correttamente eseguito necessita di una forza minima; utilizzare una forza eccessiva causa frequentemente un hasuji (inclinazione della lama) scorretta e fa fallire il taglio; forza eccessiva ed hasuji improprio generano inoltre uno stress estremo sulla spada che può essere a sua volta causa di danni sulla lama, o di altri incidenti. In breve, la forza non deve mai essere usata quale sostituto di una corretta tecnica di taglio. Bisogna evitare di trasformare il tameshigiri da una pratica di necessaria educazione marziale ad una forma corrotta di macelleria simbolica.
Tameshigiri deve essere eseguito raramente e con il solo proposito di rinforzare la corretta esecuzione delle tecniche di taglio, enfatizzare eccessivamente questa pratica può creare il rischio di generare nei praticanti la visione di questo esercizio come una sorta di gioco; un atteggiamento mentale che deve essere assolutamente evitato poiché distorce la solenne natura di questa pratica.